Protocollo d’intesa Procura di Pinerolo, Enti Locali e Associazioni

Iniziative comuni volte a contrastare e prevenire le condotte contro i “soggetti deboli”

Protocollo di intesa soggetti deboli

Cosa si intende per soggetti deboli:
Sono soggetti che possiedono una debolezza strutturale  per età, malattia, situazione socio-economica, fragilità.
Caratteristiche esemplificative:

  • Sono più esposti alle esclusioni;
  • Sono più esposti all’abuso o allo sfruttamento
  • Sono più esposti alla dipendenza
  • Sono costretti a subire le scelte fatte da altrui o hanno difficoltà nella fruizione di beni, nell’espressione dei bisogni

Sono categorie di soggetti deboli:

  • Anziani
  • Minori
  • Persone diversamente abili
  • Donne
  • Qualsiasi persona o individuo soggetto a violenze o atti fraudolenti, violenze dirette o indirette, violenze fisiche morali o psicologiche, violenze domestiche e private

Compiti delle Forze dell'Ordine e delle Polizie Locali

  • Le Forze dell’Ordine firmatarie del presente protocollo, anche attraverso le loro articolazioni territoriali, tenendo presente il quadro di riferimento normativo di cui al D.L. 23 febbraio 2009, n. 11, convertito con legge 23 aprile 2009, n. 38
  • garantiranno per l’attuazione delle modalità operative del protocollo;
  • fornire alla vittima tutte le informazioni relative ai centri antiviolenza presenti sul territorio;
  • In caso di ricezione di denuncia – querela in ordine a maltrattamenti o altre forme di violenza subite dalla persona offesa provvederà ad informare gli organi competenti nel più breve tempo possibile, per consentire tempestive iniziative di tutela della vittima.

 

ADESIONE DELLA CITTA' DI PINEROLO AL

TAVOLO PROVINCIALE A TUTELA DELLE DONNE VITTIME DI VIOLENZA TRAMITE PROGRAMMI DI CAMBIAMENTO DEI MALTRATTANTI

La Città di Pinerolo ha aderito, anche, alla iniziativa promossa dalla Città Metropolitana di Torino ( Provincia di Torino) sottoscrivendo il Protocollo d'Intesa -"Tavolo Provinciale per progetti a tutela delle donne vittime di violenza tramite programmi di cambiamento dei maltrattanti".

La Città Metropolitana di Torino (Provincia di Torino) da molti anni si occupa della realizzazione e del finanziamento di progetti rivolti al contrasto della violenza di genere ed é soggetto attivo del "Coordinamento Cittadino Donne Vittime di Violenza". Il Coordinamento Cittadino coordina gli Enti, le Associazioni e le organizzazioni che sono impegnate nella attività di prevenzione, aiuto ed assistenza alle donne con l'obiettivo di rafforzare la rete tra questi soggetti sviluppando la conoscenza del fenomeno ed armonizzando le rispettive metodologie di intervento.

Nel 2010 il Coordinamento é stato ampliato al territorio provinciale e  la denominazione attribuita é stata " Coordinamento cittadino e provinciale contro la violenza alle donne"

CHE COSA E' IL COORDINAMENTO E QUALI SONO LE FUNZIONI

Il Coordinamento costituisce la "rete" dei soggetti che, ciascuno nel proprio ambito di competenza, forniscono professionalità e servizi in campo sanitario, psicologico, legale, giiudiziario e di ordine pubblico, culturale, socio-assistenziale ed educativo, al fine di tutelare i diritti fondamentali delle donne, offrire loro sostegno contrastando il fenomeno della violenza e promuovendo una cultura del rispetto, della reciprocità e della parità tra donne e uomini.

Tra le  numerose iniziative per lo più rivolte al contrasto. alla prevenzione ed assistenza verso le donne vittime di violenza, nel 2010 la Città Metropolitana di Torino (Provincia di Torino) nel proprio Piano Territoriale Pluriennale delle Pari Opportunità, denominato "Ugualmente", all' obiettivo "Contrasto alla violenza domestica" ha inserito misure di prevenzione della violenza attraverso azioni rivolte agli uomini, quindi azioni mirate e dirette al recupero, alla sensibilizzazione, alla formazione, alla informazione per il superamento dei preconcetti, degli stereotipi, dei condizionamenti indotti e imposti dalla società.

OBIETTIVI DEL TAVOLO PROVINCIALE PER PROGETTI A TUTELA DELLE VITTIME DI VIOLENZA 

" Il Tavolo si costituisce come luogo di confronto permanente per affrontare in modo sistematico i problemi delle persone che agiscono comportamenti violenti sulle donne, attraverso la promozione di programmi e progetti di cambiamento volti alla prevenzione ed al miglioramento della sicurezza delle vittime della violenza e alla promozione del cambiamento sociale. Il Tavolo coordinato dall'Assessore competente in materia di Politiche Sociali e di Parità della Provincia di Torino, si propone di divenire, nell'ambito delle attività previste dal protocollo, un soggetto riconosciuto nei confronti degli enti, istituzionali e non, che si occupano delle tematiche oggetto del Tavolo."

(da Protocollo d'Intesa)

La CONVENZIONE DEL CONSIGLIO D'EUROPA sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica ( c.d. CONVENZIONE DI ISTANBUL) é stata siglata dal Governo Italiano il 28 settembre 2012 e prevede per i firmatari soprattutto nell'ambito della prevenzione (Cap.III):

  • lo studio e la realizzazione di nuove forme di coinvolgimento e di collaborazione con uomini e ragazzi per la prevenzione della violenza (art. 12);
  • l'educazione nelle scuole e nelle strutture di istruzione non formale, nonché nei centri sportivi, culturali e di svago o nei mass media, sui temi quali la parità tra i sessi, i ruoli di genere non stereotipati, il reciproco rispetto, la soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, la violenza contro le donne basata sul genere e il diritto alla integrità personale (art. 14);
  • la formazione di nuove figure professionali che si occupino oltre che delle vittime anche degli autori della violenza (art.15);
  • programmi preventivi di intervento e di trattamento per i maltrattanti anche al fine di evitare le recidive (art. 16);
  • la collaborazione tra i servizi rivolti alle donne, le forze dell'ordine, le autorità giudiziarie, i servizi di accoglienza e protezione;
  • attività di sensibilizzazione affinché i professionisti normalmente legati alla regola del segreto professionale ( es. medici, psichiatri, ecc.) sentano l'obbligo deontologico di inviare una segnalazione ai servizi sociali o alle autorità competenti se hanno fondato motivo di credere che un grave atto di violenza sia stato commesso o che nuovi gravi atti di violenza stiano per essere messi in atto (art. 28); (estratto da Convenzione di Istanbul)

 

 Riferimenti utili:

News Polizia Locale