Fotografia del dettaglio del cartiglio del Palazzo Acaja a Pinerolo

 

Comunicato Stampa del 12 giugno 2021


Terminato il descialbo e il restauro dei cartigli degli affreschi del palazzo Acaja a Pinerolo, grazie all’intervento della Sezione Pinerolese di Italia Nostra, dello Zonta club Pinerolo e dell'Associazione Mellon, con la collaborazione del Comune di Pinerolo.

Salvato parzialmente nel 2020 dal rischio di crollo, grazie a una serie di lavori di messa in sicurezza, Palazzo Acaja è sicuramente una delle testimonianze storiche e architettoniche più importanti di Pinerolo. Residenza di origine medievale, successivamente modificata in alcune parti nei secoli successivi è in stato di forte abbandono da ormai molti anni. Nella primavera 2020 si sono conclusi i lavori realizzati dal Comune di Pinerolo, grazie al progetto predisposto dall’architetto Bagnus e dall’ingegnere strutturalista Chiale, che hanno dotato l’edificio quattrocentesco di un tetto nuovo, consolidato il loggiato e sostituito il muro perimetrale del giardino superiore lungo la via Jacopo Bernardi.

La sezione locale di Italia Nostra, presieduta da Maurizio Trombotto, da anni sta cercando di valorizzare e dare nuovo lustro a questo importante bene culturale: ha ricostruito la vera proprietà del Palazzo, impropriamente attribuito agli Acaja, ma in realtà possesso dei Vastamiglio e successivamente organizzato una serie di visite guidate animate, nel corso del 2020 e in programma per l’estate 2021, che conducono i visitatori alla scoperta della storia e dei personaggi che lo hanno popolato. Un forte interesse che ha condotto l'associazione a concentrarsi su una delle testimonianze storico artistiche più importanti del palazzo: la serie di interessanti affreschi monocromi (grisaille) con tema cavalleresco che si trova all'interno del salone.

I lavori di descialbo e di restauro dei cartigli degli affreschi nelle stanze dell’ex salone al secondo piano del Palazzo hanno avuto inizio l’11 febbraio 2021 con i primi saggi della Campagna di indagini stratigrafiche, propedeutica all’avvio della fase di descialbo (rimozione dello scialbo, strato di colore a corpo steso sugli affreschi) eseguiti nelle tre stanze a sud occupate dagli affreschi monocromi ora visibili e dalla fascia con la scritta in minuscola gotica oggetto del restauro. La Campagna di indagini è poi proseguita indagando i restanti muri perimetrali che costituivano le pareti originali dell’ex salone che, si ipotizza, essere stato in origine totalmente affrescato. Scopo della presente campagna è ricercare l'eventuale presenza di altre scene affrescate ancora presenti sotto gli strati di scialbo.
Per finanziare il restauro, Italia Nostra ha utilizzato il ricavato delle passeggiate guidate animate realizzate con la collaborazione dell'Associazione Teatrale Mellon e ricevuto un contributo dallo Zonta Club Pinerolo.

L'incarico è stato affidato alla restauratrice Carla Galli, autorizzata dalla Soprintendenza, per l'intervento di descialbo e di restauro dei cartigli degli affreschi presenti nel palazzo al di sotto delle immagini realizzate da un artista ad oggi ignoto com'è ignota la committenza. «L'obiettivo generale che ci siamo posti come Italia Nostra - precisa il presidente Maurizio Trombotto - è di salvare il palazzo dal degrado e dall'abbandono in cui versa. Nello specifico speriamo che questo intervento, come le passeggiate guidate, contribuisca a sensibilizzare i pinerolesi verso la salvezza e la valorizzazione dell'edificio, che noi immaginiamo possa in futuro divenire uno dei tasselli del sistema museale del pinerolese, in particolare nell'idea di un sistema museale diffuso del centro storico di Pinerolo».

Per Martino Laurenti, assessore alla Cultura della Città di Pinerolo «La cosa che più emerge da questa bella iniziativa è la collaborazione. Collaborazione anzitutto fra associazioni: Italia Nostra e Zonta Club hanno permesso di conoscere meglio il significato del ciclo di affreschi del Palazzo Acaia-Vastamiglio, mentre le iniziative che Italia Nostra e Mellon hanno messo in cantiere da un anno a questa parte permettono per la prima volta da venti anni di aprire le porte del palazzo e renderlo parzialmente visitabile al pubblico. Ma la collaborazione è anche fra associazioni e istituzioni preposte alla tutela del patrimonio culturale pubblico: il Comune anzitutto, che è proprietario dell'immobile, e la Soprintendenza, che ha sempre avuto un'attenzione particolare per il palazzo Acaia-Vastamiglio. Questo lavoro di squadra è un modello che auspichiamo possa proseguire negli anni, per il recupero e la valorizzazione di tutto il patrimonio culturale pubblico della Città».

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NOTA a cura di Maurizio Trombotto
"Quale valore aggiunto restituisce in forma di conoscenza il cantiere conclusosi da poco di descialbo e restauro dei cartigli degli affreschi?"

Sino ad oggi conoscevamo, in base all'interpretazione di Ernesto Bertea di fine ottocento, il presunto significato di tre, delle quattro scene dipinte:
- l'ingresso di Carlo I il guerriero a Saluzzo conquistata dai Savoia nel 1487;
- il sacrificio di Marco Curzio nel foro di Roma, descritta da Tito Livio nel settimo libro dell'Ab Urbe;
- l'elargizione dell'elemosina ai poveri da parte di Amedeo IX, quest'ultima scena raffigurata in occasione dell'incontro di Amedeo IX con il duca di Milano Galeazzo Maria Sforza nel 1472.

Ora grazie al descialbo del cartiglio che compare a sinistra della finestra della seconda stanza sono chiaramente leggibili le parole: ..... babilon .... urbem .... mane techel ..che costituiscono un esplicito ed inequivocabile richiamo al libro quinto del profeta Daniele nell'Antico Testamento, che contiene la profezia che il profeta illustra a Baldassarre re di Babilona. Da qui l'ipotesi che la scena che Bertea a fine ottocento e tutti dopo di lui definirono come un "colloquio di generale con armatura" sia verosimilmente la rappresentazione del colloquio di Daniele con Baldassarre.
Daniele, nella sua profezia, chiamato ad interpretare le parole che vengono vergate dalla "mano di Dio", ovvero da una mano che compare dal nulla nel corso di un banchetto ritenuto sacrilego agli occhi degli ebrei ( in quanto, tra gli altri fatti avvenuti nel corso del banchetto, vennero utilizzate delle coppe/calici asportati dal tempio di Salomone), afferma che Baldassarre non ha umiliato il suo cuore, che si è esaltato contro il signore dei cieli, che ha lodato dei d'argento, d'oro, di rame, di ferro e che quindi sarà punito con la morte e la separazione del regno. In effetti parrebbe che Baldassarre muoia la notte successiva al banchetto orgiastico e che Babilonia sarà occupata dalle popolazioni confinanti dei medi e dei persiani.

Purtroppo le altre scene dipinte che, come si evince dai saggi stratigrafici eseguiti nel corso di questo cantiere, erano certamente presenti sulla parete opposta a quella dove compaiono tre delle quattro citate, sono andate irrimediabilmente perdute.
Toccherà agli storici dell'arte dare un'interpretazione complessiva del significato delle quattro scene dipinte sopravvissute, presenti all'interno di quello che sino a circa cent'anni or sono era un salone unico (tale risulta infatti in una planimetria del 1921). Come appassionati possiamo formulare delle ipotesi, che però andranno convalidate o confutate da chi professionalmente ha le competenze che chi scrive non possiede".

 

Informazioni

Francesca Vittori
Addetta Stampa Città di Pinerolo
tel: +39 338 96 98 748
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