Dal 19 settembre all’8 dicembre presso la Collezione Civica di Palazzo Vittone

Sarà inaugurata sabato 19 settembre, nella sala adibita per le mostre temporanee, la stagione espositiva della Collezione Civica di Palazzo Vittone che, dopo la sospensione forzata in conseguenza al lockdown, celebra con un evento di spessore, la figura di un grande artista e, contestualmente, la ripresa dell’attività. Un tributo alla città e a colui che, di origini pinerolesi, contribuì col suo talento innato, e purtroppo non del tutto maturato, a portarne prestigio, oggi, ancor più di allora.
Protagonista della grande mostra retrospettiva fruibile fino all’8 dicembre sarà, infatti, l’ “intensa brevissima parabola” di Ettore Giovanni May, la cui produzione, in buona parte già in possesso della collezione della Pinacoteca civica, sarà ordinata e restituita alla pubblica fruizione attraverso una selezione di opere che consentiranno di ripercorrerne la breve ma rilevante carriera.
Figlio di emigranti pinerolesi in cerca di fortuna, nasce a Londra, il 24 agosto 1903. Vissuti in Inghilterra i suoi primi dieci anni di vita, a Pinerolo frequenterà la Scuola Tecnica fino al 1918. Nell’estate dello stesso anno si trova a Torino dove, presso la famiglia di un professore, dipinge giocattoli. Tornato ben presto nella città della Cavalleria a causa del dilagare dell’epidemia della “spagnola”, l’anno successivo frequenta a Torino i corsi dell’Accademia Albertina di Belle Arti, esponendo nella primavera del 1921 alla 80ma Promotrice. Nell’edizione seguente viene ancora invitato e nel 23’ espone alla Mostra degli “Amici dell’Arte”. Sarà questo l’anno che segnerà la sua fine, lasciando a testimonianza di un mondo che non comprende, epistole indirizzate per lo più al fratello e una feconda produzione tra dipinti e disegni in cui si alternano paesaggi, ritratti, autoritratti, studi grafici a carattere mitologico, illustrazioni acquarellate tratte dalle sue letture, nudi femminili e maschili con esecuzione chiaroscurale a sanguigna.
Se nella prima pagina della lettera testamento, scritta due giorni prima della dipartita, indirizzata al fratello Cesare scriveva: “Mi uccido perché stanco, perché non ho più la forza di lottare contro l’impossibile (…)”, forse deluso dai commenti ai suoi quadri che definisce “orribili”, pur alternando tale repulsione ad una consapevolezza tale da fargli ammettere in altre epistole la sua grandezza, nelle sue opere resta la traccia del genio incompreso, o non sufficientemente considerato. Del tormento altezzoso bohémien, dell’ambizione esaltante, ma non sufficiente a dargli modo di portar a compimento uno stile che rintraccia nel “Riposo” del vecchio operaio la sua punta più alta e di certo un capolavoro indiscusso. Ritrae i volti e le abitudini del mondo dei Caffè torinesi, compone con tratti veloci studi anatomici facendo sfoggio di tecniche diverse che padroneggia ora con sufficienza, ora con ammirevole maestria. Contempla il Po di notte e ne carpisce suggestioni e riflessi, ritrae en plein air anche le strade medievali pinerolesi. “Ancor più si rimane attratti dalla sua pittura nei due autoritratti ad olio concepiti – ne scrive il Prof. Mario Marchiando Pacchiola, Conservatore della Collezione Civica di Palazzo Vittone – Un ritratto su fondo scuro da artista di altri tempi, serio nei suoi diciannove anni, quasi sdegnoso ed altezzoso l’uno, caratterizzato dallo sguardo frontale composto da sciabolate di colore, essenziali e dinamiche dove la serietà dà ancora più spazio alla rabbia e a quel senso di maledizione che lo accompagna l’altro. Se il tempo ha riconosciuto il valore di questo ragazzo, quel ritratto (quello della primavera del 1923) ci richiama che c’è da farsi perdonare il giudizio affrettato e superficiale, le prospettive illusorie, le promesse mancate” – conclude Mario Marchiando Pacchiola.
Curata e concepita la mostra dall’Associazione AMARTE, sostenuta dal Sistema Musei di Pinerolo e patrocinata dal Comune, il Vernissage avrà luogo sabato 19 settembre alle 16,30 presso la Collezione Civica di Palazzo Vittone in piazza Vittorio Veneto, 8, Pinerolo. Precederà l’inaugurazione una lettura di Paolo Domenico Montaldo, dell’Associazione Culturale “Yowras”.

La mostra sarà visitabile fino all’8 dicembre: venerdì e sabato in orario 15,30-18; domenica dalle 10,30 alle 12 e dalle 15,30 alle 18.